Non abbiate paura di avvicinarvi
Diverse persone nell’ultimo periodo mi hanno contattata su Instagram per chiedermi come fotografo la natura e, più nello specifico, volevano sapere qualcosa sulla fotografia macro, cioè la fotografia “da vicino” per usare dei termini alla buona.
Personalmente incomincia la mia scoperta di questo genere fotografia in gravidanza, quando il tempo non mancava, soprattutto nell’ultimo trimestre. Allora possedevo una reflex semi-professionale e la fotografia non era assolutamente il mio lavoro. Avevo la lente kit e poi, a casa dei miei genitori, delle lenti d’annata della reflex di mio papà. La prima aveva anche la funzione macro, ma non mi soddisfaceva granchè. Leggendo articoli sulla rete qui e là, raccimolai le informazioni che mi servivano e decisi come procedere. Non avevo budget per prendermi lenti “moderne” macro, solitamente piuttosto dispendiose, ma scoprii che ci sono altri modi per fare fotografia macro in maniera “low cost”.
Il primo concetto che ci serve tenere a mente in tema di macrofotografia è la distanza minima di messa a fuoco.
Risulta abbastanza immediato come questo concetto si applichi nella pratica, soprattutto introducendo il secondo: il potere di ingrandimento di una lente. Queste due caratteristiche insieme determinano l’usabilità di una lente per la fotografia macro. Molti obiettivi kit (già presenti nella confezione della reflex che acquistate) o comunque molti obiettivi comuni, hanno una distanza minima che non è abbastanza piccola da avvicinarsi al soggetto nel modo corretto, oppure il loro potere di ingrandimento non è sufficiente. Quindi, tenendo conto che la visuale umana equivale circa alla focale di 35mm, dobbiamo avere uno strumento che riesca a mettere a fuoco e avvicinarsi allo stesso tempo, al soggetto, di più rispetto a quello che è il nostro campo visivo. Dobbiamo insomma poter vedere come normalmente non potremmo mai. Questo per dirvi che, se non avete i soldi per acquistare una lente costruita appositamente per questo (cioè un millino da nuovo in questo eccellente caso), esistono alcune opzioni che comportano però un certo allenamento.
Le prime due opzioni sono le lenti close-up e gli anelli invertitori. Queste sono quelle che io NON ho scelto. In generale mi pareva che i risultati non fossero di qualità, inoltre l’anello invertitore espone una parte molto delicata della lente e non volevo rischiare la sua incolumità.
A questo punto mi sono venute in aiuto proprio le sopra-citate lenti vecchiotte. Esistono in commercio (soprattutto su eBay) molte lenti 50mm vintage con fattori d’ingrandimento 1:1 o vicino a questo rapporto. Quello che vi serve dunque sarà:
una reflex o una mirrorless (sempre però con attacco perobiettivo intercambiabile), adattatore della lente al vostro corpo macchina e tubi di prolunga.
In questo modo il controllo dell’apertura del diaframma sarà del tutto manuale, dovrete infatti agire direttamente sull’obbiettivo per modificarla.
Qui subentra l’allenamento a cui prima accennavo. Occorrono mani salde e una certa comprensione di come lavora la luce e qualche concetto di ottica e costruzione delle ottiche per ottenere il meglio da questa soluzione. Se volete provare con focali maggiori a 50 mm, potrebbe essere una buona idea soprattutto se volete catturare insetti da vicino, potreste infatti infastidirle usando una lente con questa focale. Quello che fanno in sostanza i tubi infatti, è diminuire la distanza minima di messa a fuoco permettendovi di avvicinarvi molto senza andare fuori fuoco. Nei kit di prolunga di solito trovate tre tubi, giocate un po’ con le varie combinazioni di montaggio per trovare la vostra misura e le foto che otterrete sono sicura che vi piaceranno!
Se potete usare il display (touch) e se questo fosse anche tiltabile (ruotabile) siete sicuramente avvantaggiati, in quanto il vostro occhio non dovrà essere allo stesso livello della lente per avere la visuale di tutta l’inquadratura e potrete aiutarvi con il display touch per verificare i parametri e per scattare.
Queste nozioni che ho condiviso in questo articolo, mi sono più tardi tornate utili quando ho deciso di intraprendere l’avventura della fotografia. Nei servizi bebè infatti, ad esempio, includo sempre alcuni dettagli macro, che io personalmente amo molto, perchè ingrandiscono alcuni dettagli piccoli piccoli dei neonati che dopo pochi giorni già non ci saranno più. Le unghie ancora in formazione, le pieghette, i capelli, il naso schiacciato, la piega della bocca…potrei stare ore a fotografare solo questi dettagli.
E voi cosa ne dite? Proverete ora il magico mondo della macro fotografia?
Fatemi sapere cosa pensate dell’articolo e condividetelo con gli amici appassionati!