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Un servizio fotografico di famiglia nell’inverno fiabesco del Trentino Alto Adige
Vorrei raccontarvi di uno shooting di famiglia fatto da poco tempo, questo inverno, in una splendida location del Trentino Alto Adige.
Le alpi sono piene di fiabe e leggende, oltre che, come è noto, di posti meravigliosi. Spesso le due cose coincidono, come per un luogo a cui sono estremamente affezionata, che si trova nel cuore delle montagne tra Trentino ed Alto Adige ormai anche in inverno gettonata mèta di gite di famiglia, di coppia e di comitiva. Fin da piccola infatti, in tutte le stagioni, percorro questi sentieri. Ho imparato a sciare qui vicino, sono state anche le prime montagne nelle quali ho portato i miei figli e insomma, sono per me una vera e propria grande casa.
Negli ultimi anni è cresciuta la fama di un piccolo smeraldo alpino, uno specchio d’acqua che regala grandi emozioni ed una luce speciale in ogni stagione. Sto parlando non del blasonato e sovra-citato lago di Braies, ma del lago di Carezza (Karersee in tedesco).
Il suo nome in ladino si traduce con un “lago Arcobaleno”, nome che rende effettivamente giustizia al suo rinnovarsi sempre nei colori. Le sue acque riflettono le catene del Latemar e del Rosengarte (Catinaccio) e in particolare a sera, quando la roccia si tinge di rosa e rosso, esplodono in un trionfo cromatico. Le sue acque, secondo le leggende, sono abitate da una ninfa, alla quale è dedicata anche una scultura.
Qualche tempo fa, ricevuta una richiesta dal sito, sono entrata in contatto con una famiglia speciale, che si sarebbe trovata a Trento per il ponte dell’Immacolata, che mi chiedeva la disponibilità per un servizio fotografico proprio in questo luogo incantevole. Io poi ho un certo debole per la neve e l’atmosfera invernale…quindi il gioco era presto fatto!
Passata qualche settimana ci siamo dati appuntamento per lo shooting, una giornata freddissima, come forse si capirà dalle foto di questo articolo 😉
Quanto fotografo una famiglia per la prima volta, come è naturale, c’è un primo istante in cui quella che chiamo la “pelle”, deve reagire. Cioè lo sguardo, il tono della voce,gli odori, in questo caso anche l’inglese che abbiamo adottato come lingua franca, lingua madre del daddy Sung Kun, mandano una serie di segnali ed i nostri cervelli ricevono e mandano una serie di segnali. Sì, sono strana, tutto sommato rimango una donna di scienza medica anche da fotografa, non vorrei però rovinare la magia dei primi incontri, eheh.
Insomma, come dicevo, avviene quel quasi impercettibile momento in cui, come si dice piuttosto propriamente in questo caso, si rompe il ghiaccio ed inizia la magia che non credo di saper spiegare in termini scientifici questa volta. La mia testa e le mie emozioni mi spingono a guardare ogni famiglia in maniera diversa, utilizzare la luce in modi diversi. Mi è capitato in passato di ricevere occhiatacce disorientate quanto mi piazzo in maniera da essere contro-luce, classica situazione che viene bollata come situazione da evitare quando si impara a fotografare. Ma il bello della fotografia è che una volta che hai imparato tutte le regole, è proprio sovvertendole che si crea qualcosa di nuovo ed unico!
Durante la nostra passeggiata ho conosciuto un pò il piccolo Aurelio ed i suoi genitori. Basta tenere gli occhi aperti ed il cuore libero per fare bene il lavoro di fotografo di famiglia, quasi sempre. Ogni servizio mi lascia sempre qualcosa, mi chiede anche sempre qualcosa ed io sono ben contenta di questo scambio virtuoso dal quale sono sempre arricchita.
TIPS per shooting e giornate al freddo: vestirsi a cipolla e scaldini nelle tasche, guanti e scarpe. In alternativa un unenne da rincorrere!
Suggerimento durante l’Avvento ed il periodo natalizio: il lago in questo periodo ospita quello che ritengo il più suggestivo mercatino di Natale, ricordatevi di controllare i giorni di apertura prima di pianificare la vostra visita.
Una precedente sessione fotografica di gravidanza e famiglia anche in quel caso durante l’inverno, la trovate qui, questa volta il lago è quello di Caldonazzo, in Trentino.
ENGLISH VERSION
The Alps are full of fairy tales and legends, as well as, as is widely known, of wonderful places. The two things often coincide, as for a place I am extremely fond of, which is located in the heart of the mountains between Trentino and Alto Adige. In fact, from an early age, in all seasons, I walk these paths. I learned to ski nearby, these were also the first mountains where I took my children to and in short, they feel like home to me.
In recent years the fame of a small alpine emerald has grown, a body of water that delivers great emotions and a special light in every season. I’m not speaking of the famous and aforementioned lake of Braies, but of the Carezza lake (Karersee in German).
Its name in Ladin translates as “Rainbow lake”, a name that actually does justice to its ever-renewing colors. Its waters reflect the Latemar and Rosengarten (or Catinaccio in Italian) ranges and in particular in the evening, when the rock is tinged with pink and red, they explode in a chromatic triumph. According to legends, its waters are inhabited by a nymph, to whom a sculpture is also dedicated.
Some time ago, I received a request from the site that got me into contact with a special family, who would have been in Trento for the holiday of the Immaculate Conception (8th December). They asked me my availability for a photo shoot in this enchanting place. I also have a certain weakness for the snow and winter atmosphere … it was soon a deal!
After a few weeks we made an appointment for the shooting, a very cold day, as you may understand from the photos in this article 😉
When I photograph a family for the first time, as is natural, there is a first moment in which, what I call the “skin”, must produce a reaction. That is ignited by the look, the tone of the voice, the smells, in this case also the English language that we have adopted as lingua franca, the mother tongue of daddy Sung Kun. This all produces a series of signals from and to our brain . Yes, I’m strange, all in all I remain a woman of medical science even as a photographer, but I wouldn’t want to ruin the magic of the first encounters,lol.
In short, the ice breaks (fitting phrase in this case) and the magic begins, this time I’m not trying to think scientifically. My head and my emotions push me to look at each family differently, to use light in different ways. I have in the past received disoriented glances when I, for example, place myself in order to be against the light, a classic situation that many are told to avoid when learning to photograph. But the beauty of photography is that once you have learned all the rules, it is by subverting them that you create something new and unique!
During our short walk, I got to know little Aurelio and his parents. Just keep your eyes open and your heart free to do the job of a family photographer well, almost always. Each shooting leaves me something, it also always asks me something and I am very happy with this virtuous exchange, leaving me always “richer” than before.
TIPS for shooting and/or days in the cold: dressyourself like onions (that would be the exact translation of what we say, seems proper to me!) and warmers in the pockets, gloves and shoes. Alternatively, a one-year-old to chase!
Suggestion during advent-time: this lake host the most magical Christmasmarket ever, remember to chek opening times.