al rifugio casarota con bambini
La scorsa estate siamo saliti al rifugio Casarota con i bambini (e abbiamo dimenticato qualcosa in rifugio, OVVIAMENTE)
Ecco com’è andata la nostra gita al rifugio Casarota, oltre al fatto che ancora mio marito non ha imparato a mettere a fuoco manualmente una macchina fotografica (a proposito tutte le foto di questo articolo sono state scattate con una macchina fotografica analogica e totalmente manuale, Chinon CM4, su di un rullino Kodak Pro Image 100).
Siamo nel tardo Agosto 2023, è caldo e si preannuncia un bel fine settimana, nessuno ha voglia di rimanere a casa sul divano, l’idea non tarda ad arrivare. Un’amica mi raccomanda il rifugio Casarota (Livio Ciola) nel gruppo della Vigolana, vicino a casa, dislivello accettabile, per buona parte al fresco di un boschetto, bel panorama e con la promessa di alpaca e animaletti vari al pascolo.
Partiamo quindi dal Sindech, sulla strada della Fricca, con parcheggio poco più in basso dell’accesso al sentiero. La salita tira e il nostro -allora-duenne approfitta volentieri del passaggio nello zainetto per un buon tratto, all’andata gentilmente offerto dal papà, al ritorno da me. Il bosco è effettivamente fresco, è sempre piacevole camminarci anche se questo bosco di latifoglie è ovviamente diverso ai boschi ai quali siamo abituati di sempreverdi e larici della val di Fassa.
Moltissimi ciclamini decorano il tappeto caldo del sottobosco, sono un piacere da ammirare.
Manca ormai poco all’arrivo, con la promessa di una fetta di torta ed un bicchierone di radler/succo di lampone si riescono a spronare grandi e piccini.
Bastano pochi passi fuori dal bosco perché due cose ci colpiscano: la vista ed il sole in testa. Degli alpaca vediamo le tracce ma non l’effettiva presenza, ci dimentichiamo poi di chiedere dove siano (forse al pascolo vicino o al riposo all’ombra?). Aperto un ombrellone arriva il conforto della torta, bevande e poi beviamo il caffè dando un occhio all’interno del rifugio e chiacchierando con qualche avventore ed uno dei simpatici gestori.
Raccogliamo in fretta le nostre cose, mio marito, oltre a non sapere mettere a fuoco manualmente gli obiettivi, odia tentennare in montagna, è proprio un montanaro imbruttito e in poco tempo scalpita per rientrare.
Nei giorni successivi alla gita, al momento delle lavatrici, mi accorgo che però manca…la canotta con la quale sono salita!
Un classico!
Grazie ancora ai ragazzi del rifugio che me l’hanno insacchettata e spedita con la teleferica a valle